Sempre da mia madre imparai che il sesso non è una cosa “bella” e la femminilità una perdita di tempo, così come leggere libri. Imparai che le decisioni dell’uomo pesano di più di quelle della donna ed è a lui che bisogna far riferimento.
Purtoppo, a questa donna, è venuto a mancare l’uomo di casa e, suo magrado, di riflesso, mi ha insegnato il valore della donna, le sue potenzialità, il saper non arrendersi, per continuare a crescere i suoi 4 figli (non disdegnando il continuare ad “onorare” l’altro uomo di casa, il fratello, “il maschio”).
Non so se tutto questo mi ha spinto verso una naturale, inconsapevole, solidarietà, verso mia sorella all’inizio e verso le altre donne in seguito.
che non basta andare a lavorare per sentirsi donna,
che non basta saper fare i mestieri di casa per sentirsi donna,
che non basta unirsi ad un uomo per sentirsi donna,
che non basta essere madre per sentirsi donna.
Ma tante volte, ancora, mi domando cosa voglia dire, davvero, essere una donna.
Credo sia una buona cosa, ammettere i propri limiti, aprire occhi e orecchie, fermarsi ad ascoltare chi ne sa qualcosa in più.
Credo sia una buona prassi, apprezzare, stimare, ringraziare, chi ha le capacità e la forza, di affrontare attivamente battaglie che, anche se a volte non comprendo in pieno, sento essere anche le mie!
Questo è il mio GRAZIE !
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pontitibetani
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